mercoledì 24 dicembre 2008

La vigna di Pietrafitta 1







A pochi chilometri da San Gimignano, pittoreco abitato in provincia di Siena, si tova Pietrafitta, località famosa per il vino e per le belle colline.





Pochi sanno però che dove ora ci sono campi e vigne 3 milioni di anni fa c'era un caldo mare tropicale.






I resti di quel mondo perduto affiorano in diversi punti, specialmente in una vigna chiamata "Vigna di Pietrafitta", un giacimento molto noto che regala agli appassionati di paleontologia bellissimi molluschi , spesso con il colore originale intatto e resti di Echinoidi (ricci di mare).





In questa vigna abbandonata la continua erosione provocata dalla pioggia porta continuamente alla luce bellissimi fossili che testimoniano un ambiente marino poco profondo caratterizzato da fondi sabbiosi e fangosi.








In questo piccolo ma ricco affioramento sono stati trovati anche denti di squalo.




Molte sono le specie di molluschi che possiami rinvenire a Pietrafitta:




I naticidi sono certamente i molluschi che più spesso conservano il colore intatto e sono fra i più comuni.




Nelle foto: Neverita josephina, Sinum haliotoideum, Cochlis fulgorata e Cochlis raropunctata









martedì 23 dicembre 2008

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Quando l'Italia era un mare

5 milioni di anni fa buona parte dell'Italia era coperta da un caldo mare tropicale dove nuotavano squali, balene, delfini e pesci di ogni tipo.

Quell'antico mare era costellato di isolette coperte da una lussureggiante vegetazione e nei suoi fondali vivevano molluschi, ricci di mare (echinoidi), stelle marine (asteroidi) che oggi troviamo nell'oceano indopacifico.

L'acqua copriva i luoghi dove oggi sorgono le città di Roma, Milano, Torino, Venezia, Palermo e Cagliari.

Gli appennini e le alpi erano già emersi milioni di anni prima; l'acqua copriva tutta la pianura Padana, gran parte della Toscana e del sud Italia.

Quel tempo lontano si chiama zancleano, ovvero il pliocene inferiore (sottoperiodo del pliocene che va dai 5,3 ai 3,6 milioni di anni fa.



Ancora oggi si rinvengono facilmente i resti di quell'antico mare; i sedimenti risalenti a quel periodo affiorano soprattutto in Piemonte e in Toscana.



Negli affioramenti dello zancleano sono frequenti molluschi tipici di clima tropicale come Strombus coronatus e Callista italica.


Nel Piacenziano (sottoperiodo del pliocene che va dai 3,6 ai 2,5 milioni di anni fa chiamato anche astiano) il mare iniziò a raffreddarsi e a ritirarsi e proprio per questo scomparvero del Mediterraneo molte specie di molluschi tipici di Mari tropicali come Chlamis latissima, Strombus coronatus, Xenophora infudibulum, Cypreacassis pseudocrumena e, Callista italica e Ficus geometra.

Nelle foto: fossili di Cypreacassis pseudocrumena, Strombus coronatus e Ficus geometra, molluschi estinti nel piacenziano.














Insieme ai molluschi suddetti scomparvero anche molti vertebrati marini.
Nel Pliocene medio (Piacenziano) comunque il mar Mediterraneo si mantenne abbastanza caldo.
Il nome Piacenziano deriva dal parco geologico del Piacenziano situato nei colli vicini alla città di Piacenza; gli affioramenti del suddetto parco geologico sono famosi in tutto il mondo per il ritrovamento di balene fossili e di molte nuove specie di molluschi.
I sedimenti del Pliocene medio affiorano in particolar modo, oltre che in Emilia, anche in Piemonte, Toscana e Liguria.
I sedimenti del piacenziano sono quelli più ricchi del pliocene Italiano: famosi i ritrovamenti di balenidi avvenuti fra Toscana, Emilia e Piemonte.
Nel Gelasiano (pliocene superiore, da 2,5 a 1,8 milioni di anni fa) la Toscana e il Piemonte erano quasi completamente emersi, solo le zone della Pianura Padana attualmente in Veneto, Lombardia e Emilia erano ancora sott'acqua.
Inoltre il Mediterraneo si raffreddò a tal punto che i molluschi fossili che risalgono a quel periodo sono molto simili a quelli attualmente viventi nel nostro mare.
Ciò determinò l'estinzione non solo di un gran numero di specie di molluschi ma anche di moltissimi vertebrati marini.
Con la fine del pliocene avvenuta 1,8 milioni di anni fa il Mar Mediterraneo continuò a raffreddarsi e durante le glaciazioni del pleistocene (periodo che va da 1,8 a 11000 anni fa) il Mediterraneo venne invaso da specie tipiche di mari freddi, come Arctica islandica, un mollusco bivalve che attualmente vive nel Mare del Nord.
Nel Pleistocene l'Italia emerse completamente.
Alla fine del Pleistocene l'Italia aveva assunto l'aspetto attuale.

Documento scritto da Emilio Bartolini

presentazione blog

Benvenuti su questo blog dedicato alla paleontologia italiana, in particolar modo ai fossili risalenti al pliocene (periodo geologico che va dai 2 ai 3 milioni di anni fa) .
L'Italia è ricchissima di fossili e vi sono stati fatti, anche molto recentemente, ritrovamenti di importanza mondiale.
Purtroppo però questo patrimonio è poco conosciuto a causa della quasi totale assenza di divulgazione scentifica al riguardo.
Questo blog è stato creato roprio con la finalità di diffondere la conoscenza della paleontologia italiana nella speranza che ciò porti anche a una maggior protezione del patrimonio paleontologico del nostro paese.